Alla fine degli anni '90, Bi Freezer ha risposto alle esigenze di grandi clienti dell'epoca progettando e realizzando tunnel di surgelazione a contatto in cabinet refrigerato, sviluppando un’idea nata anni prima.

Già nei primi anni '80, l'azienda aveva realizzato una macchina per la congelazione a piastre, dove il prodotto veniva trasportato tramite un film in alluminio e carta (simile a quello utilizzato per avvolgere le sigarette nei pacchetti). Tuttavia, il progetto fu abbandonato a causa dei costi elevati del materiale utilizzato.

Con l'introduzione delle pellicole di polietilene, sottili, resistenti e a basso costo, Bi Freezer ha deciso di riprendere il progetto, utilizzando queste pellicole per il trasporto del prodotto sulle piastre refrigerate, prevalentemente con ammoniaca pompata. Sopra le piastre sono stati posizionati evaporatori ventilati, e il sistema è stato racchiuso in un contenitore isotermico sollevabile di circa 30 centimetri, facilitando così la pulizia e l'inserimento del film.

Questa soluzione ha riscosso un grande successo commerciale, permettendo a Bi Freezer di vendere numerosi impianti, che variavano dalle macchine più grandi con piastre da 12 x 2 metri a quelle più piccole con piastre da 6 x 1 metro.

L'unica limitazione di questi impianti riguarda il trasporto, che non è tanto problematico per il trasporto su camion (anche se è necessario un trasporto eccezionale), quanto per quello via nave tramite container, soprattutto per il mercato sudamericano, dove vengono lavorate in IQF grandi quantità di prodotto ogni giorno.